l’Esercito italiano intervenne nei territori piemontesi alluvionati già a partire dal 6 novembre 1994. L’attività ebbe termine 43 giorni dopo, il 19 dicembre del 1994. Ecco alcune cifre per capire l’importanza del supporto dei militari in quelle primissime settimane di emergenza.
Migliaia di uomini, il cui numero massimo raggiunse le 7.000 unità contemporaneamente, forniti dall’allora Comando Regione Militare Nord, e in particolare dalle Brigate Taurinense e Cremona. Più di 10.000 unità avvicendatesi nel corso dell’intero intervento. 8 ponti Bailey realizzati dalle unità del genio nel primo mese di soccorso, per il ripristino della viabilità (12 in totale). 167 missioni di elicotteri, per un totale di 265 ore di volo. 24 gruppi elettrogeni. 42 cucine campali per complessivi 11.000 pasti caldi a favore degli alluvionati e 58.500 razioni viveri da combattimento cedute. 1.260 posti letto allestiti presso infrastrutture comunali e 980 presso caserme del luogo. 305.000 sacchetti di sabbia posizionati. 19 ambulanze. Più di 1.000 veicoli, di diversa natura, forniti, tra cui 120 macchine movimento terra (escavatori, pale caricatrici, auto-ribaltabili, apripista). Attrezzature varie (idrovore, motopompe, torri per illuminazione, etc.). I dati e le immaginisono stati forniti dallo Stato Maggiore dell’Esercito Italiano.